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Ordine professionale traduttori e interpreti
Téma indítója: carlonesler (X)
Rita Bilancio
Rita Bilancio  Identity Verified
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traduzione come secondo lavoro... Oct 29, 2007

Giuseppina Gatta wrote:

A me sinceramente questa presa di posizione sembra ridicola e assurda. Conosco un sacco di persone qualificatissime che sono "anche" traduttori, e ti faccio l'elenco:
- tanti miei professori universitari (che traducevano libri afferenti alla loro preparazione)
- una mia amica di scuola (anche lei professoressa universitaria di germanistica E traduttrice di libri di letteratura)
- un mio amico pastore protestante, che traduce libri di religione, teologia e filosofia
- una mia amica avvocato, che traduce sentenze per lo studio in cui lavora,

per non parlare di tutti i medici, chimici, fisici e ingegneri che conosco e che traducono i soggetti di loro pertinenza meglio di qualsiasi traduttore laureato "solo" in Lingue, SSIT o simili come me.

Sono sicura che Laura tradurrà libri di sociologia molto meglio di quanto potrei fare io o qualsiasi traduttore non specializzato in sociologia.

Benvenuta, Laura!
Giusi


[Edited at 2007-10-29 20:07]


Quest'idea non fa altro che validare la diceria secondo la quale il nostro "mestiere" sarebbe praticabile da tutti, e poi come secondo lavoro non è poi così male... Ma perchè proprio il nostro?


 
Giuseppina Gatta, MA (Hons)
Giuseppina Gatta, MA (Hons)
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Fra bianco e nero ci sono anche tantissime sfumature Oct 29, 2007

Rita Bilancio wrote:

Giuseppina Gatta wrote:

A me sinceramente questa presa di posizione sembra ridicola e assurda. Conosco un sacco di persone qualificatissime che sono "anche" traduttori, e ti faccio l'elenco:
- tanti miei professori universitari (che traducevano libri afferenti alla loro preparazione)
- una mia amica di scuola (anche lei professoressa universitaria di germanistica E traduttrice di libri di letteratura)
- un mio amico pastore protestante, che traduce libri di religione, teologia e filosofia
- una mia amica avvocato, che traduce sentenze per lo studio in cui lavora,

per non parlare di tutti i medici, chimici, fisici e ingegneri che conosco e che traducono i soggetti di loro pertinenza meglio di qualsiasi traduttore laureato "solo" in Lingue, SSIT o simili come me.

Sono sicura che Laura tradurrà libri di sociologia molto meglio di quanto potrei fare io o qualsiasi traduttore non specializzato in sociologia.

Benvenuta, Laura!
Giusi


[Edited at 2007-10-29 20:07]


Quest'idea non fa altro che validare la diceria secondo la quale il nostro "mestiere" sarebbe praticabile da tutti, e poi come secondo lavoro non è poi così male... Ma perchè proprio il nostro?


E' qui che sbagli, Rita. Queste persone che ti ho citato NON fanno traduzioni come secondo lavoro, come lo chiami tu, ma il tradurre FA PARTE del loro lavoro.
La mia amica germanista, ad esempio, riceve libri di letteratura da tradurre spesso direttamente dagli autori, che conosce personalmente e che sanno della sua enorme preparazione linguistica. Tra l'altro, siccome veniva all'università con me, so che ha fatto anche dei corsi di traduzione (incredibile ma vero, nell'ambito del nostro curriculum universitario del cosiddetto vecchio ordinamento).
La mia amica avvocato lavora in uno studio ed è LA', nello studio, che traduce i testi, ad uso dello STUDIO STESSO. Quindi non fa un secondo lavoro.
Queste persone sono PREFERITE ai semplici traduttori per le loro conoscenze specifiche e per tale motivo i libri da tradurre vanno direttamente a loro, proprio perché chi glieli assegna sa che sono persone esperte nel loro settore.

Io non provo alcuna gelosia, rabbia, o senso di protezionismo, anzi ritengo che sia la soluzione più naturale. Ritengo anche che sia non solo anacronistico e ridicolo, ma anche inutile pensare a un albo che "protegga" da queste cose, come l'albo dei dentisti non protegge un sacco di persone dall'esercizio abusivo della professione (ne ho conosciute tante personalmente e non sono mai state arrestate o simili), e potrei continuare all'infinito, ma non si capisce perché dobbiamo continuare a ripetere le stesse cose come dischi rotti. Basta guardarsi intorno ed essere consapevoli della realtà che ci circonda. Chissà come mai per qualcuno risulta un'operazione difficilissima da compiere.
Continuare a sognare irrealistiche proposizioni non aiuta nessuno, tanto meno la tanto citata "immagine della professione".


[Edited at 2007-10-29 20:35]


 
wordsworldwi (X)
wordsworldwi (X)
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Benvenuta Laura Oct 29, 2007

Laura Lamberti wrote:


Alla fine Kant e tutti gli anni di latino mi hanno aiutato ad esercitare una capacità analitica di comprensione che non credevo di avere. So che devo ancora imparare molto, che è una sfida continua.


benvenuta in questa professione così appassionante e in questa comunità così ricca di idee.
La volontà pare non ti faccia difetto e le sfide ci sono sempre, per tutti.
Benvenuta.

Maria Grazia


 
gianfranco
gianfranco  Identity Verified
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Gli specialisti possono essere ottimi traduttori Oct 29, 2007

Giuseppina Gatta wrote:
Sono sicura che Laura tradurrà libri di sociologia molto meglio di quanto potrei fare io o qualsiasi traduttore non specializzato in sociologia.


Per contro, rovesciando la frittata, quelli che si buttano veramente in campi che non conoscono, sono un gran numero di traduttori con tanto di diplomi e lauree, master e altri titoli, che si illudono di poter lavorare in settori che gli sono totalmente IGNOTI.

Vediamo tutti i giorni laureati in lingue o traduzione che si improvvisano esperti in qualcosa senza avere fatto più di qualche lettura superficiale sull'argomento, se va anche bene...
Purtroppo, le traduzioni non sono esercizi linguistici accademici ma si tratta spesso di testi specialistici per i quali occorre possedere conoscenze profonde nel settore e avere assorbito per anni il lessico e le problematiche dell'argomento. Occorre anche CAPIRE di cosa parla il testo, per evitare errori grossolani e per non tradurre termini tecnici ben specifici con un termine "non equivalente" e incomprensibile al pubblico a cui è destinata la traduzione.

In questo senso direi che il vero problema, per molti committenti, sono i traduttori che si improvvisano, sia pur avendo in tasca un titolo formale, illusi di poter tradurre di tutto. Se va bene posseggono un dizionario specializzato, ma spesso si buttano anche senza questa stampella perché sovente i lavori arrivano con scadenze molto strette e non si ha neppure il tempo di identificare le fonti essenziali, tanto meno si ha il tempo di procurarle.

Come detto varie volte, un traduttore bravo e maturo è il risultato di un misto di conoscenze, linguistiche e non linguistiche. Un traduttore competente è il risultato di un percorso culturale che può essere estremamente vario. L'università fornisce le basi, se si è fortunati e si studia sodo anche delle solide basi, ma solo l'esperienza sul campo fornisce il resto, e solo a chi si impegna.

In ultima analisi, non vedo assolutamente nessuna ragione per preferire "a priori" un traduttore che proviene da un percorso accademico linguistico a chi arriva a questo lavoro, e lo pratica con serietà, non importa se come primo o secondo lavoro, pur proveniendo da un diverso percorso culturale. Il secondo tipo di traduttore spesso può contribuire con conoscenze che un traduttore puro forse non avrà mai, in quanto non è un vero specialista.

Benvenuta Laura!

Gianfranco



[Edited at 2007-10-31 13:56]


 
Mario Cerutti
Mario Cerutti  Identity Verified
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I limiti dei traduttori senza esperienza pratica Oct 30, 2007

Rita Bilancio wrote:
Quando c'erano percorsi appositi solo per gli Interpreti e comunque dire che per tradurre sono necessarie soltanto abilità linguistiche mi sembra sia sintomo di una visione chiusa della realtà formativa esistente.

Mi pare ovvio, e per questo non l'ho detto esplicitamente, che oltre alle abilità linguistiche sono necessarie le conoscenze specifiche e l'esperienza. Chi possiede entrambe ha pieno diritto di fare il traduttore professionista, sempre ammesso che questo lavoro gli piaccia. Per chi possiede solo le prime - e non riesce inoltre ad approdare al settore della traduzione editoriale generale - la mancanza delle seconde può risultare un ostacolo insormontabile al quale il pezzo di carta da solo non può porre rimedio.

Prova a dare un'occhiata alle domande KudoZ fatte dai traduttori laureati senza esperienza: ti renderai conto che spesso brancolano nel buio anche nei settori non eccessivamente specialistici, proprio perché non avendo mai fatto altri lavori prima o studi approfonditi non possiedono la necessaria preparazione pratica. Non si tratta di criticarli per questo, ma è evidente che non può essere altrimenti. Molti affermano che alla mancanza della preparazione pratica si può ovviare negli anni con l'esperienza di traduzione. Questo può essere vero solo in parte e solo in alcuni settori. In altri, ad esempio quello dell'industria meccanica, aeronautica o navale, ma anche in quello legale e contabile/amministrativo, per chi non ci ha mai "messo le mani" la strada può essere davvero dura e ricca di sorprese.

In questi settori forse si farebbe meglio a lasciar tradurre allo specialista e caso mai usare un linguista per affinare lo stile di scrittura ove necessario.

Cordiali saluti

Mario Cerutti


 
Giuseppina Gatta, MA (Hons)
Giuseppina Gatta, MA (Hons)
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A titolo informativo Oct 30, 2007

Riporto il testo dell'ultima seduta della VII Commissione, relativa all'iter sull'albo.
La seduta comincia alle 10.

Istituzione dell'Ordine professionale dei traduttori e interpreti.
C. 1360 Angela Napoli.
(Seguito dell'esame e rinvio - Costituzione di un Comitato ristretto).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato il 18 ottobre 2007.


Pag. 132


Emerenzio BARBIERI (UDC) rileva che l'istituzi
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Riporto il testo dell'ultima seduta della VII Commissione, relativa all'iter sull'albo.
La seduta comincia alle 10.

Istituzione dell'Ordine professionale dei traduttori e interpreti.
C. 1360 Angela Napoli.
(Seguito dell'esame e rinvio - Costituzione di un Comitato ristretto).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato il 18 ottobre 2007.


Pag. 132


Emerenzio BARBIERI (UDC) rileva che l'istituzione di un nuovo ordine professionale, così come sottolineato dal presidente Folena nella scorsa seduta, rischia di essere in controtendenza rispetto a ciò che accade a livello europeo relativamente agli ordini professionali. Per quel che riguarda più specificamente il testo, ricorda che l'articolo 16 prevede che con regolamento emanato con decreto del Ministro della giustizia, ai sensi dell'articolo 17, comma 1 della legge n. 400 del 1988, siano adottate le norme di esecuzione del provvedimento. Rileva, al riguardo, che il comma 1, dell'articolo 17 della legge n. 400 del 1988 fa riferimento ai regolamenti che devono essere emanati con decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, e non ai decreti ministeriali, a cui fa riferimento la disposizione in questione. Rileva inoltre che la materia affrontata dalla proposta di legge è materia che rientra nella competenza concorrente con le regioni; come rilevato dallo stesso relatore, inoltre, presso le Commissioni attività produttive e giustizia sono attualmente in fase di discussione proposte di legge che mirano a rivedere il sistema complessivo degli ordini professionali, in aderenza a quanto previsto dalle direttive europee in materia. Riterrebbe pertanto opportuno che l'esame del provvedimento in discussione fosse sospeso, al fine di attendere le determinazioni delle indicate Commissioni relativamente alla materia in oggetto.

Manuela GHIZZONI (Ulivo) concorda con la proposta formulata dal collega Barbieri, relativamente alla necessità di sospendere l'esame della proposta di legge in Commissione in attesa che le Commissioni attività produttive e giustizia concludano l'esame in sede referente. In alternativa ritiene possibile che la Commissione prosegua l'esame della proposta di legge in discussione, attraverso l'audizione di soggetti interessati, anche per verificare se la tutela degli interessi degli interpreti e dei traduttori possa avvenire attraverso l'istituzione di una associazione professionale di riferimento, piuttosto che con il tradizionale Ordine.

Pietro FOLENA, presidente, ricorda che effettivamente le Commissioni indicate dai colleghi stanno trattando la materia della riforma complessiva degli ordini professionali attraverso l'esame di appositi progetti di legge a ciò dedicati. Rileva inoltre che la normativa europea in materia va nel senso di ridurre drasticamente il numero degli ordini professionali. Ritiene in ogni caso opportuno che la Commissione intervenga a disciplinare la materia, in quanto il ruolo e la funzione sociale di interpreti e traduttori sono aspetti importanti da valorizzare e vanno quindi attentamente salvaguardati. In tal senso, auspica che si possa arrivare alla definizione di un testo di legge che preveda quantomeno l'istituzione di una associazione di riferimento degli interpreti e dei traduttori. Ritiene pertanto opportuno costituire un comitato ristretto, nell'ambito del quale svolgere audizioni specifiche dei soggetti che rappresentano le categorie interessate.

Wladimiro GUADAGNO detto Vladimir Luxuria (RC-SE) ritiene che gli interessi degli interpreti e dei traduttori debbano essere in qualche modo tutelati, anche perché nel settore si registrano preoccupanti problemi a livello di lavoro nero e precariato. Ritiene inoltre condivisibile l'idea di istituire non un ordine professionale ma un associazione di riferimento .

Il sottosegretario Nando DALLA CHIESA, intervenendo in sede di replica, sottolinea che l'intendimento del Governo in materia è quello di escludere la possibilità di istituire nuovi ordini professionali, così come richiesto dalle direttive europee e come è evidenziato anche nel corso dell'esame del provvedimento in corso di svolgimento presso le Commissioni attività produttive e giustizia. Si riserva in ogni caso di valutare eventuali proposte che sostituiscano all'ordine professionale in questione realtà associative di rappresentanza delle categorie interessate.


Non mi sembra di intravedere grandi prospettive per l'albo, ma magari posso chiudere gli occhi e sognare...

[Edited at 2007-10-30 02:25]

[Edited at 2007-10-30 02:28]
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Laura Lamberti
Laura Lamberti
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io non mi sono esattamente buttata Oct 30, 2007

Rita Bilancio wrote:
di fare il tuo lavoro... Non penso che tu non ne abbia le capacità, ma perchè una persona con problemi economici deve mettersi a tradurre? Allo stesso modo io dovrei fare il chirurgo plastico, invece no: non ho seguito studi attinenti nè mi sarebbe permesso (in termini legali) di esercitare la professione.
Ho studiato latino anche io e conosco Kant e ho rispetto per la professione altrui: se non mi "butto" in lavori che non so fare ne ho probabilmente anche per il cliente.
Non è questione di non lasciare spazio agli altri, ma se io mi metto a fare il lavoro degli altri perchè il mio non rende, chiudiamo scuole e università tanto chiunque potrà improvvisare...
Scusate lo sfogo, ora penserete che ho sfogato la mia frustrazione. Ma permettete la domanda: andreste a farvi fare un bagno nuovo da un commercialista? Ci andreste per pagare di meno? Bene, ma se vi si allaga la casa e il proprietario vi manda la fattura caricandovi il costo dell'intervento e vi cita per danni l'unica cosa che vi resta da fare è dire MEA culpa...

[Modificato alle 2007-10-29 19:58]


Bhe ma io non mi sono buttata! È vero che ho iniziato perché l'altro lavoro non mi offriva più nulla, ma ho iniziato a tradurre testi che per me erano una specie di Padre Nostro tanto conoscevo l'argomento. Poi piano piano sono passata a materie affini (psicologia, economia). Negli ultimi mesi ho anche iniziato a fare qualche traduzione nel settore tecnico e non vedo perché non dovrei scusa? Non si tratta di fisica nucleare certo, ma di piccoli impianti. Ma non vedo perché no... Non improvviso, prima normalmente mi documento molto su quello che dovrò affrontare. Non sono un ingegnere ma ormai conosco a memoria frantoi e vagli dell'industria edilizia.

Fare il traduttore non è la stessa cosa che fare il medico.. Non si può generalizzare.. Comunque è una questione di punti di vista, io non sono d'accordo su posizioni troppo rigide. D'altra parte se pensi di essere più qualificata avendo fatto una scuola più specialistica, a maggior ragione non dovresti temere nulla da quelli come me che hanno un titolo di studio diverso.


 
Befanetta81
Befanetta81
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olasz - német
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Specializzazione = Qualità? Oct 30, 2007

Ho seguito da molto tempo con curiosità il dibattito in corso e non mi interpongo nella questione "Albo, non Albo" dal momento che dell'Albo non me ne importa nulla.
Mi fa sorridere quando leggo alcuni post in cui si sostiene che la Scuola di Traduttori ed Interpreti possa garantire una maggiore qualità nel lavoro svolto....Ma da quando mai è una regola? A volte, quando non riesco a gestire la mole di lavoro affido alcuni testi a dei colleghi proziani e devo dire che sono stata *vittima
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Ho seguito da molto tempo con curiosità il dibattito in corso e non mi interpongo nella questione "Albo, non Albo" dal momento che dell'Albo non me ne importa nulla.
Mi fa sorridere quando leggo alcuni post in cui si sostiene che la Scuola di Traduttori ed Interpreti possa garantire una maggiore qualità nel lavoro svolto....Ma da quando mai è una regola? A volte, quando non riesco a gestire la mole di lavoro affido alcuni testi a dei colleghi proziani e devo dire che sono stata *vittima*di una esperienza ULTRA negativa dal momento che ciò che mi era stato assegnato era uno schifo da rifare!!!!! E questa collega si era laureata a Forlì! Ovviamente questo ora non significa puntare il dito contro chi è uscito dalle scuole specializzate, anzi tanto di cappello da parte mia, ci sono però anche ottimi traduttori che hanno alle spalle un backround del tutto differente.

Cari saluti e buona giornata lavorativa
Befanetta81
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Angie Garbarino
Angie Garbarino  Identity Verified
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Tag (2003 óta)
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Un esperto madrelingua... Oct 31, 2007

Che conosca bene la lingua di partenza è assolutamente qualificato per tradurre un testo riguardante la sua materia di competenza.

Io traduco molto legale ad esempio, ma solo perché lo faccio da 20 anni (come il tecnico), ho lavorato 20 in azienda e gli argomenti erano quelli, ma sono certa che un avvocato che scriva bene (di solito scrivono molto bene), che conosca bene la lingua di partenza tradurrebbe molto meglio di me una causa o un contratto, per fortuna gli avvocati hanno
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Che conosca bene la lingua di partenza è assolutamente qualificato per tradurre un testo riguardante la sua materia di competenza.

Io traduco molto legale ad esempio, ma solo perché lo faccio da 20 anni (come il tecnico), ho lavorato 20 in azienda e gli argomenti erano quelli, ma sono certa che un avvocato che scriva bene (di solito scrivono molto bene), che conosca bene la lingua di partenza tradurrebbe molto meglio di me una causa o un contratto, per fortuna gli avvocati hanno altro da fare altrimenti...:)

Benvenuta Laura !

Angio

[Edited at 2007-10-31 11:10]
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Sabina Moscatelli
Sabina Moscatelli
Olaszország
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Tag (2004 óta)
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Inutile contarsela: Oct 31, 2007

chiaramente l'esperto che opera nel settore ha una marcia in più... Mi sembra inutile negarlo. Conosco anch'io ingegneri, che traducono i manuali per la loro azienda, medici, che traducono protocolli e articoli scientifici. Mia sorella è laureata in Giurisprudenza e direi che le traduzioni legali le riescono benissimo. Le fa regolarmente per la sua azienda, però.

Certo, poi noi conosciamo i trucchi del mestiere, abbiamo più "occhio" per tante cose, ma... il mio amico ingegnere l
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chiaramente l'esperto che opera nel settore ha una marcia in più... Mi sembra inutile negarlo. Conosco anch'io ingegneri, che traducono i manuali per la loro azienda, medici, che traducono protocolli e articoli scientifici. Mia sorella è laureata in Giurisprudenza e direi che le traduzioni legali le riescono benissimo. Le fa regolarmente per la sua azienda, però.

Certo, poi noi conosciamo i trucchi del mestiere, abbiamo più "occhio" per tante cose, ma... il mio amico ingegnere lavora in azienda con Trados. Quindi, anche su questo fronte, non ci sono proprio solo sprovveduti.

Nelle ultime settimane ho incontrato (virtualmente, of course) diversi traduttori che si "buttano" su campi che non conoscono e che - udite, udite - traducono regolarmente in lingua passiva, perché tutto fa cassa. Ho sentito parlare di 6.500 parole tecniche tradotte in una nottata da principianti (niente contro i principanti, per carità, lo siamo stati tutti), perché fa cassa. In definitiva sono tutti elementi che contribuiscono a creare un quadro a tinte molto sbiadite della nostra professione, che fanno di noi - agli occhi dell'opinione pubblica, dei clienti e dei potenziali clienti - degli improvvisati. Ben due volte, da agosto a oggi, mi sono stati proposti lavori realizzati con traduttori automatici per enormi gruppi multinazionali, che io avrei dovuto rivedere. Migliaia (e dico MIGLIAIA) di cartelle tradotte automaticamente e in taluni casi - credetemi - neanche male (visto che il secondo dei lavori in questione l'ho accettato), con memorie di traduzione estremamente esaustive. E ho incontrato anche peggio, ma non ho voglia di abbassare il tono della discussione.

Non siamo percepiti come professionisti, questo è certo. Se a Giusi il medico del figlio dice "mi dia quanto vuole", a Milano (posso fornire le generalità) il pediatra dei miei figli dice: "Fa 100€, con fattura 120€", anche se lui mica è soggetto a IVA
Non si sogna di accettare un obolo.

Ero una fautrice dell'Albo, perché mi sembrava una tutela, un riconoscimento, sul piano giuridico, professionale, previdenziale e quant'altro, non tanto per auspicare una limitazione d'accesso. E' altresì vero, alla luce di quanto documenta Giusi con grande pertinenza, ma anche confrontandoci con il mercato reale (e non quello che abbiamo in mente), che non ci resta che sognare, se proprio vogliamo continuare a farlo. Tanto non costa niente

Forse un'associazione di categoria forte e influente, renderebbe più compatti i propri iscritti, ma non so quanto sia un'utopia pure questo. Non ci resta che lavorare alacremente con i nostri clienti, facendo del nostro meglio per migliorarci per potenziarci. In attesa di estinguerci o di resistere.
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Elisa Lanata
Elisa Lanata
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Inserirti... Oct 31, 2007

dire che le scuole interpreti non servono a niente dal punto di vista formativo mi sembra esagerato, tanto più che chi ci insegna è un professionista nel 90% dei casi che conosce il mercato e ti può aiutare ad inserirti in questo "mondo".


Ciao a tutti! Io sono una neolaureata, ho fatto la triennale a Genova (traduttori e interpreti), ho studiato interpretazione in Germania 6 mesi, poi ho fatto la specialistica in Interpretazione di Conferenza... ho fatto anche un pò di e
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dire che le scuole interpreti non servono a niente dal punto di vista formativo mi sembra esagerato, tanto più che chi ci insegna è un professionista nel 90% dei casi che conosce il mercato e ti può aiutare ad inserirti in questo "mondo".


Ciao a tutti! Io sono una neolaureata, ho fatto la triennale a Genova (traduttori e interpreti), ho studiato interpretazione in Germania 6 mesi, poi ho fatto la specialistica in Interpretazione di Conferenza... ho fatto anche un pò di esperienza (quasi sempre a gratis) nel campo della traduzione. Anche io pensavo che i professionisti che ci hanno insegnato interpretazione (eravamo in 7 con 6 lingue diverse e 3 prof per una) ci avrebbero aiutato ad inserirci in questo "mondo", vi assicuro che non è così: per l'interpretazione è assolutamente necessario che qualcuno si inventi un albo o qualcosa del genere, le associazioni sono strutturate in modo che nessuno possa entrare. Sta diventando un pò come il cane che si morde la coda: non posso lavorare, allora lavoro quasi gratuitamente, ma se lavoro quasi gratuitamente vengo esclusa ed emarginata...i giovani rovinano il mercato, ma lo fanno perchè non hanno scelta, è un mercato del tutto impermeabile! Quindi questo mercato, secondo il mio umile e modesto parere, ha bisogno di una bella regolata!
Per la traduzione è un pò diverso forse, non me la sentirei di tagliare fuori persone che semplicemente non sono laureate in traduzione: io sono laureata in traduzione ma non per questo mi reputo migliore di altri. E non è facile organizzare degli esami per valutare il livello di un traduttore, cosa che è già più facile per l'interpretazione... in questo caso, valutando i pro e i contro dell'albo, forse è meglio che le cose restino come sono...no? Magari a qualcuno verrà un'idea migliore, come un qualche ordine/albo/ecc internazionale... l'Italia in queste cose un pò mi spaventa...
- forse era più uno sfogo che un contributo... scusate!!
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carlonesler (X)
carlonesler (X)
Local time: 18:55
német - olasz
TÉMAINDÍTÓ
Meno male! Nov 1, 2007

Giuseppina Gatta wrote:

(...) Il sottosegretario Nando DALLA CHIESA, intervenendo in sede di replica, sottolinea che l'intendimento del Governo in materia è quello di escludere la possibilità di istituire nuovi ordini professionali, così come richiesto dalle direttive europee e come è evidenziato anche nel corso dell'esame del provvedimento in corso di svolgimento presso le Commissioni attività produttive e giustizia. Si riserva in ogni caso di valutare eventuali proposte che sostituiscano all'ordine professionale in questione realtà associative di rappresentanza delle categorie interessate.


Non mi sembra di intravedere grandi prospettive per l'albo, (...)


Brava Giseppina!
Grazie delle informazioni. Personalmente sono contento che ci sia ancora qualcuno che ragiona tra i politici (almeno per la presente questione) e le considerazioni fatte dalla commissione mi sembrano confermare qello che si stava dicendo su questo forum: oggi l'istituzione di un ordine o albo professionale non avrebbe molto senso.
Questo mi rincuora.

In ogni caso molti interventi mi hanno fatto riflettere sul fatto che da sempre a tradurre è chi è competente (e chi non lo è). I classici latini e greci, i testi filosofici... e milioni di altri testi, sono sempre stati tradotti da letterati, filosofi, ecc. E almeno altrettanto spesso ci sono state persone che si sono improvvisate traduttori dando vita a veri e propri obbrobri.
Fatto sta che, come tutti sappiamo, non basta sapere la lingua, non basta avere un titolo, non basta essere specialisti, non basta nemmeno essere bilingui... Ma il lavoro si compone di molti fattori, e ci sono molte forme di lavoro: c'è chi lavora meno accuratamente a pochi soldi, chi chiede di più e offre traduzioni più accurate... ecc. ecc.
In fondo, anche per noi, si tratta un po' di inventarselo il lavoro, e credo che chi lavora in questo campo in qualche modo lo ha fatto.

A proposito: non conosciamo forse tutti quanti innumerevoli laureati in lingue, traduzione, interpretariato... che non fanno gli interpreti o traduttori?
Ho conosciuto, d'altra parte, fisici, medici, avvocati, commercialisti che facevano gli attori, pittori, imbianchini, falegnami... Non è normale questo?

Carlo


 
Rita Bilancio
Rita Bilancio  Identity Verified
Local time: 18:55
angol - olasz
+ ...
con calma... Nov 1, 2007

[quote]Laura Lamberti wrote:


Bhe ma io non mi sono buttata! È vero che ho iniziato perché l'altro lavoro non mi offriva più nulla, ma ho iniziato a tradurre testi che per me erano una specie di Padre Nostro tanto conoscevo l'argomento. Poi piano piano sono passata a materie affini (psicologia, economia). Negli ultimi mesi ho anche iniziato a fare qualche traduzione nel settore tecnico e non vedo perché non dovrei scusa? Non si tratta di fisica nucleare certo, ma di piccoli impianti. Ma non vedo perché no... Non improvviso, prima normalmente mi documento molto su quello che dovrò affrontare. Non sono un ingegnere ma ormai conosco a memoria frantoi e vagli dell'industria edilizia.

Fare il traduttore non è la stessa cosa che fare il medico.. Non si può generalizzare.. Comunque è una questione di punti di vista, io non sono d'accordo su posizioni troppo rigide. D'altra parte se pensi di essere più qualificata avendo fatto una scuola più specialistica, a maggior ragione non dovresti temere nulla da quelli come me che hanno un titolo di studio diverso.


Il mio stile è a volte molto diretto e può risultare offensivo. Non è che non riconosca le tue capacità, il mio è un discorso abbastanza generale che non vuole colpire il singolo, magari competente professionista.
Io non pretendo di avere la competenza di tradurre nel tuo settore che non conosco da un punto di vista pratico, so che non ti sei buttata e parlavo in generale anche di altre persone che lo fanno. E a volte riconosco che si tratta di neo diplomati e laureati che hanno bisogno di fare esperienza: ci sono passata e so che non è piacevole. Non ho detto che bisogna escludere chi conosce perfettamente il campo in cui va poi a tradurre penso sia sconfortante per chi ha fatto un percorso come il mio che, nella maggior parte delle volte, fatica ad inserirsi o deve accettare grossi compromessi per farlo.
Per alcune professioni non c'è nemmeno possibilità di farlo, io non posso fare un lavoro se non ho determinati requisiti. Ecco perchè parlavo di medici prima: ovvio che non è lo stesso lavoro, lo so bene, ma che loro riescano ad inserirsi e operare come traduttori perchè conoscono bene la materia e siano preferiti dai commitenti è un dato di fatto. Non sono certo l'unica categoria, so bene che ce ne sono altre, mi riferivo a loro, perchè è stato il primo esempio che mi è venuto in mente. Mi auguro di poter essere smentita, questo non vuol dire che provo odio per la categoria, anzi! Ma che un pizzico di rammarico ci sia quando penso alle difficoltà per inserirsi nel mercato che abbiamo in particolare noi giovani anche, (e non solo), per questo motivo non lo posso certo negare. Che poi è lo stesso problema che hai avuto tu, Laura, ad inserirti in un settore per il quale eri qualificata e dal quale sei stata "esclusa".
Io non sono più qualificata di te nel tuo ambito, ci mancherebbe altro, e non ti temo per la tua preparazione nell'ambito traduttivo, ma se il mercato poi sceglie te, io devo purtroppo scontrarmi con la realtà dei fatti.

[Modificato alle 2007-11-01 12:51]

[Modificato alle 2007-11-01 12:54]


 
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