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Albo dei traduttori
Téma indítója: gianfranco
Chiara Santoriello
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La mia risposta Apr 19, 2009

wanderer82 wrote:

Ciao a tutti, chiedo scusa per l'intromissione...
Mi chiamo Francesca, ho 27 anni e sono appena stata alla Camera di Commercio della mia città per richiedere i moduli di iscrizione all'albo dei periti ed esperti-Categoria Traduttori e Interpreti. E sono rimasta sbalordita quando, facendo il calcolo di tutto ciò che devo pagare, viene fuori che IO, per LAVORARE, devo cacciare ben 213 euro e 62 centesimi! E' mai possibile che in Italia ci siano solo uscite e mai entrate? La mia domanda, nello specifico, è questa: l'Italia è l'unico Paese che chiede 14,62 euro di marca da bollo + 168 euro di tassa di concessione governativa + 31 euro di attestazione dei diritti di segreteria per iscriversi ad un albo?! Vorrei conoscere la situazione anche della altre Nazioni.......


Quello di cui tu parli è il Ruolo dei Periti ed Esperti della Camera di Commercio al quale mi ero iscritta anch'io a suo tempo, ma non ricordo di aver pagato cifre esorbitanti. Il milione di lire di cui parla la collega mi sembra davvero eccessivo. Penso comunque che la tariffa dipenda dalle Camere di Commercio.


 
Anna Lanave
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Congiuntamente a.... Apr 19, 2009

Milena Bosco wrote:

Nell'era della globalizzazione avrebbe senso solo un albo "mondiale". L'"albo" di tutti gli "albi". L'albo "universale".





Congiuntamente a un tariffario mondiale, anzi, anche lui universale....

Anna

[Modificato alle 2009-04-19 14:44 GMT]


 
gianfranco
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TÉMAINDÍTÓ
Certamente, e l'Italia dovrebbe gestire il tutto... Apr 19, 2009



Congiuntamente a un tariffario mondiale, anzi, anche lui universale....


Mi sembra una proposta concreta, anzi aggiungerei anche che il tutto dovrebbe essere diretto dall'Italia, paese famoso per l'ordine e la legalità. Tra l'altro siamo dotati in abbondanza di persone in grado di regolamentare in modo ferreo ciò che tutti gli altri paesi del mondo (poverini!) non hanno neppure capito che ha bisogno urgente di regolamentazione.

Mi viene in mente quella storiella dove l'inferno è descritto come il posto dove i meccanici sono francesi, i mariti russi, i cuochi inglesi, e i politici... italiani. O erano i manager...? boh, fa lo stesso

Triplo

Gianfranco



[Edited at 2009-04-19 15:01 GMT]


 
Giuseppina Gatta, MA (Hons)
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Milione... Apr 19, 2009

Chiara Santoriello wrote:

wanderer82 wrote:

Ciao a tutti, chiedo scusa per l'intromissione...
Mi chiamo Francesca, ho 27 anni e sono appena stata alla Camera di Commercio della mia città per richiedere i moduli di iscrizione all'albo dei periti ed esperti-Categoria Traduttori e Interpreti. E sono rimasta sbalordita quando, facendo il calcolo di tutto ciò che devo pagare, viene fuori che IO, per LAVORARE, devo cacciare ben 213 euro e 62 centesimi! E' mai possibile che in Italia ci siano solo uscite e mai entrate? La mia domanda, nello specifico, è questa: l'Italia è l'unico Paese che chiede 14,62 euro di marca da bollo + 168 euro di tassa di concessione governativa + 31 euro di attestazione dei diritti di segreteria per iscriversi ad un albo?! Vorrei conoscere la situazione anche della altre Nazioni.......


Quello di cui tu parli è il Ruolo dei Periti ed Esperti della Camera di Commercio al quale mi ero iscritta anch'io a suo tempo, ma non ricordo di aver pagato cifre esorbitanti. Il milione di lire di cui parla la collega mi sembra davvero eccessivo. Penso comunque che la tariffa dipenda dalle Camere di Commercio.


Certo che è eccessivo, ma non so perché vi sembri strano. Non me lo sono mica inventato, è ciò che ho pagato fra tutti i balzelli (che ora non ricordo più singolarmente, ma erano una serie di versamenti e marche da bollo, dazio tipicamente italiano). Ovvio che le cose cambiano a seconda della città, ma se vogliamo fare un albo e ordine universale, nessuno se lo potrà permettere...

[Edited at 2009-04-19 15:36 GMT]


 
Chiara Santoriello
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La mia risposta... Apr 19, 2009

Giuseppina Gatta wrote:



Certo che è eccessivo, ma non so perché vi sembri strano. Non me lo sono mica inventato, è ciò che ho pagato fra tutti i balzelli (che ora non ricordo più singolarmente, ma erano una serie di versamenti e marche da bollo, dazio tipicamente italiano). Ovvio che le cose cambiano a seconda della città, ma se vogliamo fare un albo e ordine universale, nessuno se lo potrà permettere...

[Edited at 2009-04-19 15:36 GMT]


I costi per l'attività sono scaricabili al 100%.


 
gianfranco
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TÉMAINDÍTÓ
Sui costi detraibili... Apr 19, 2009

Chiara Santoriello wrote:
I costi per l'attività sono scaricabili al 100%.


Il fatto che anche i soldi buttati in spese inutili siano scaricabili non significa che siano ben spesi.
Inoltre la detrazione dal reddito non uguaglia la detrazione in tasse, per cui rimane comunque una perdita netta.

* * * *

Tanto per intenderci, ipotizzando un carico fiscale del 40%, tanto per fare dei conti.

Se spendo 200 EUR per sovvenzionare un ente inutile e detraggo 200 dal reddito, pago 80 EUR meno in tasse, ma ho sempre speso 200 EUR divisi in questo modo:

80 EUR li ho spesi comunque, a titolo di finanziamento dell'ente inutile, anche se vengono compensati da una riduzione di 80 EUR delle tasse
120 EUR li ho spesi e basta

Totale costo aggiuntivo: sempre 200 EUR
Totale beneficio: zero
Bilancio: 200 EUR sprecati


Per contro, i costi sostenuti in qualosa che apporta un beneficio, per esempio in un corso dove imparo qualcosa di utile, per esempio, gli stessi 200 EUR, possono essere valutati in questo modo:


80 EUR li ho spesi comunque, a titolo di finanziamento del corso utile, anche se vengono compensati da una riduzione di 80 EUR delle tasse
120 EUR li ho spesi nel corso senza detrazione tasse

Totale costo aggiuntivo: sempre 200 EUR
Totale beneficio: quello che ho imparato e applico nel mio lavoro
Bilancio: probabilmente positivo



In sintesi, il fatto che un costo sia detraibile (dal reddito, non dalle tasse) non lo trasforma in qualcosa di utile e non cambia il fatto che sono stati spesi, a prescindere dal fatto che siano utili o inutili.


Triplo

Gianfranco


[Edited at 2009-04-19 16:47 GMT]


 
Giuseppina Gatta, MA (Hons)
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E allora? Apr 19, 2009

Chiara Santoriello wrote:

Giuseppina Gatta wrote:



Certo che è eccessivo, ma non so perché vi sembri strano. Non me lo sono mica inventato, è ciò che ho pagato fra tutti i balzelli (che ora non ricordo più singolarmente, ma erano una serie di versamenti e marche da bollo, dazio tipicamente italiano). Ovvio che le cose cambiano a seconda della città, ma se vogliamo fare un albo e ordine universale, nessuno se lo potrà permettere...

[Edited at 2009-04-19 15:36 GMT]


I costi per l'attività sono scaricabili al 100%.


Come ha detto Gianfranco, il fatto che certi costi siano scaricabili non significa che siano giustificabili o ben spesi. Per quanto mi riguarda, ci ho messo anni ad ammortizzare questa spesa assolutamente ingiustificabile con gli introiti derivanti dalle traduzioni giurate.


 
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I perché dell'Albo May 19, 2010

Claudio Porcellana wrote:

un altro albo, NOOOOO vi prego lasciate perdere! Ho fatto il veterinario per 20 anni e per altrettanti ho avuto a che fare con l'Ordine dei veterinari, un ente inutile, ritenuto tale da gran parte della Cee che vorrebbe addirittura eliminare quelli italiani (se non ricordo male) e gli ho versato qualche migliaio di euro per avere in cambio giusto qualche autoadesivo da mettere sulla macchina !!!

Un ordine che ci protegge dalle intemperie, ma sognate ?!?

Una paio di cose ho capito degli ordini: primo proteggono i più forti dai più deboli (e l'ho capito a mie spese l'unica volta che ho provato a denunciare un collega furbacchione, cosa che non ha sortito alcun effetto) e secondo quelli che ti tutelano veramente sono solo quelli dei professionisti potenti, tipo avvocati e simili, che se s'arrabbiano incasinano tutto e che comunque, per arrabbiarsi quanto basta vi chiedono un bel po' di soldini ogni anno ......

Ma pensate veramente che un Ordine di una categoria come la nostra avrebbe dei poteri reali (a parte quello di ciucciarvi due o trecento euro l'anno)

E se pensate che un Ordine possa imporre alle agenzie tariffe + ragionevoli vi illudete (se volete recupero le tariffe del mio ex Ordine e così vi faccio capire meglio il concetto)

Ora do un po' di risposte alle vostre proposte che mi hanno colpito di +

Qualcuno dice che uno dei buoni motivi per avere l'albo è:

Istituzione di un' eventuale Cassa Previdenziale come per tutti gli altri Albi Professionali che ci solleverebbe dal versamento del contributo all'INPS che non sappiamo se mai ci verrà in tasca dato che, in Italia, qualsiasi altro fondo pensione aperto non esenta dal versamento all'INPS

Ma che bella idea, è perchè il fantomatico neo-ente previdenziale dei traduttori non dovrebbe fare la stessa fine ?
Almeno l'INPS è protetto dallo stato, ovvero non defunge perchè ci sono dietro decine di milioni di presenti e futuri lavoratori, ma un ente privato piccolo non potrà far altro che chiedere contributi altrettanto e sempre più alti; per esempio lo sapete che attualmente l'ente previdenziale dei veterinari, l'Enpav, anche se guadagnate 0 (zero) euro l'anno vi fa cacciare fuori circa 2000 euro l'anno !!!

Bravi gli istruttori di fitness ?

Beh se ne accorgeranno fra qualche anno dopo essere stati spiumati per bene da Ordine e ente pensionistico e scopriranno in fretta il paio di cose ho capito degli ordini sopra descritti ....

Qualcun altro dice:

Mi ha confermato che, con l'istituzione dell'Albo, il numero di psicologi o presunti tali si è più che dimezzato

Ah, già, e dove li mettiamo allora i seguaci della Umaniversity e simili pastrocchi ?!?
Ma andiamo ..... tornate coi piedi a terra, di medici fasulli ne beccano di continuo e uno di loro beccato con la tangente in tasca a Torino meno di un anno fa, mi dicono che lavora in un ospedale della provincia ....

Qualcuno ha detto:

Trovo inconcepibile, appunto come dice Chiara, che siano i clienti ad imporre le tariffe a cui lavorare, in nessun altro caso succede, io non posso andare dall'oculista e dirgli 'per questa prestazione intendo pagarti TOT'

Se volete ti metto in contatto con una mia amica dentista che dice che da qualche anno a questa parte le tocca di contrattare con molti suoi clienti ..... non credete che i tempi siano un po' cambiati ...... ?

Che ci azzecca il discorso della globalizzazione e del libero mercato con gli Ordini e, soprattutto, come farà l'ordine italiano a imporre le sue regole sul mercato globale ..... ?

Credetemi, restiamo così come siamo e la forza creiamola accumulando esperienza e diventando più bravi che è l'unico modo



Dott. Porcellana,

Condivido in parte la sua opinione però è anche vero che così come sono i traduttori più qualificati si trovano spesso ad avere parecchi problemi per quanto riguarda diversi aspetti sia a livello professionale che sociale.

A) Tutti ci usano ma nessuno ci riconosce (Lo stesso fatto che qualche politico vada contro l'albo la dice lunga, soprattutto perché sarebbe anche la base per un tariffario nazionale che dovrebbe essere adeguato a certi livelli, cosa ben lungi dall'essere tale attualmente.
B) Ottenere tutta una serie di facilitazioni e sgravi fiscali correlati all'attività di traduttore/interprete, cosa attualmente impossibile o limitata.
C) Scremare i professionisti dai non professionisti. Infatti se è vero che tale operazione viene in parte effettuata dal mercato, è anche vero che sono non poche le aziende che utilizzano personale non qualificato e mediocre per tirare sul prezzo (Parlo da traduttore e revisore con 12 anni di esperienza, parte dei quali passati a correggere lavori altrui perché l'agenzia guadagna di più ad avere un lavoro eseguito da gente mediocre e rivisto da me piuttosto che pagare il mio prezzo pieno per la traduzione, per intenderci), a discapito di chi si è fatto il mazzo con anni e anni di esperienza e costi non indifferenti per l'apprendimento delle materie in cui ci si specializza.
D) L'albo ci darebbe una collocazione precisa sul mercato, con numerose possibilità e sbocchi professionali determinati dal fatto che si tratterebbe di un lavoro riconosciuto a tutti gli effetti.

Certo che se poi il governo finisce per istituire l'Albo solo per succhiare tasse, vessare e limitare la professione del traduttore allora è meglio stare così. Ma le assicuro che non è la situazione ottimale professionalmente parlando, tanto per chi lavora da tanto tempo, quanto, se non peggio, per le giovani generazioni. Essendo inoltre le scuole interpreti e i relativi iter formativi ESTREMAMENTE COSTOSI, come ben sa chi ha fatto studi specifici, IL MINIMO è che esista almeno un ente che certifichi competenze e professionalità in base a capacità, esperienza e titoli.

Il mio dubbio infine non è l'istituzione dell'ALBO, a cui sono favorevole. Le mie riserve vanno tutte verso il governo e il modo in cui potrebbe implementare tale Albo, in quanto è notorio che in Italia non esiste nessuna ciambella che esca col buco in termini normativi. La preparazione giuridica e la lungimiranza dei nostri legislatori sono spesso e volentieri carenti.

A parte questo dettaglio, secondo me un albo potrebbe portare benefici e dignità a un lavoro che è oramai divenuto di alto profilo sotto numerosi aspetti e che viene ancora considerato come una specie di hobby, costringendo il traduttore/interprete a vivere in un limbo professionale in cui non si è né carne né pesce.




Saluti

E. Cau

[Edited at 2010-05-19 10:31 GMT]


 
Anna Lanave
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Eventualità da considerare May 19, 2010

chicco wrote:
C) Scremare i professionisti dai non professionisti. Infatti se è vero che tale operazione viene in parte effettuata dal mercato, è anche vero che sono non poche le aziende che utilizzano personale non qualificato e mediocre per tirare sul prezzo (Parlo da traduttore e revisore con 12 anni di esperienza, parte dei quali passati a correggere lavori altrui perché l'agenzia guadagna di più ad avere un lavoro eseguito da gente mediocre e rivisto da me piuttosto che pagare il mio prezzo pieno per la traduzione, per intenderci), a discapito di chi si è fatto il mazzo con anni e anni di esperienza e costi non indifferenti per l'apprendimento delle materie in cui ci si specializza.


Ciao Chicco,

hai mai pensato che forse in realtà l'agenzia ti fa rivedere lavoro svolto da... chessò io Google Translate e non quello di "mediocri professionisti"?
E quindi non paga nulla per far tradurre i testi, ma paga solo il tuo lavoro di copyediting a un prezzo di semplice revisione?

Ci sono tanti che lo fanno. Stai attento.

E soprattutto ti chiedo, in che modo potrebbe tutelarci un albo dalla suddetta pratica che non può in alcun modo essere provata nel momento in cui traduci per conto di agenzie indiane/cinesi/ecc. e non italiane?

Grazie per la tua risposta.

Anna


[Modificato alle 2010-05-19 10:17 GMT]


 
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Come la nave May 19, 2010

A cui aggiungo un aspetto comune a molte professioni dotate di albo (o ordine), come quello degli ingegneri:

lo studio ingegneristico ha spesso in sede 1 singolo laureato in ingegneria che è la persona incaricata di "firmare" il progetto, poi magari ha assunto un tot di ingegneri che non sono incaricati di firmare e che quindi possono tranquillamente lavorare senza firmare il progetto.

In sostanza, qualsiasi agenzia potrebbe dare lavoro a un sacco di traduttori non isc
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A cui aggiungo un aspetto comune a molte professioni dotate di albo (o ordine), come quello degli ingegneri:

lo studio ingegneristico ha spesso in sede 1 singolo laureato in ingegneria che è la persona incaricata di "firmare" il progetto, poi magari ha assunto un tot di ingegneri che non sono incaricati di firmare e che quindi possono tranquillamente lavorare senza firmare il progetto.

In sostanza, qualsiasi agenzia potrebbe dare lavoro a un sacco di traduttori non iscritti all'albo (o non retribuiti come un traduttore iscritto), a patto di avere in sede o come consulente 1 singolo traduttore iscritto all'albo che sia autorizzato a firmare tali traduzioni.

Questa pratica è comune a tantissime professioni regolamentate dall'ordine, e ovviamente chi non ha l'incarico di ""firmare"" (e molto spesso neanche lui) non viene retribuito conformente ai tariffari dell'ordine. Cfr. studi ingegneristi, grossi studi legali, ecc. ecc.

Non c'è alcuna ragione valida per immaginare che proprio l'albo dei traduttori funzionerà in modo diverso.
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Albo, pro e contro May 19, 2010

lanave wrote:

chicco wrote:
C) Scremare i professionisti dai non professionisti. Infatti se è vero che tale operazione viene in parte effettuata dal mercato, è anche vero che sono non poche le aziende che utilizzano personale non qualificato e mediocre per tirare sul prezzo (Parlo da traduttore e revisore con 12 anni di esperienza, parte dei quali passati a correggere lavori altrui perché l'agenzia guadagna di più ad avere un lavoro eseguito da gente mediocre e rivisto da me piuttosto che pagare il mio prezzo pieno per la traduzione, per intenderci), a discapito di chi si è fatto il mazzo con anni e anni di esperienza e costi non indifferenti per l'apprendimento delle materie in cui ci si specializza.


Ciao Chicco,

hai mai pensato che forse in realtà l'agenzia ti fa rivedere lavoro svolto da... chessò io Google Translate e non quello di "mediocri professionisti"?
E quindi non paga nulla per far tradurre i testi, ma paga solo il tuo lavoro di copyediting a un prezzo di semplice revisione?

Ci sono tanti che lo fanno. Stai attento.

E soprattutto ti chiedo, in che modo potrebbe tutelarci un albo dalla suddetta pratica che non può in alcun modo essere provata nel momento in cui traduci per conto di agenzie indiane/cinesi/ecc. e non italiane?

Grazie per la tua risposta.

Anna


[Modificato alle 2010-05-19 10:17 GMT]



Ciao,

No, traduco/revisiono per una multinazionale delle traduzioni da molti anni. Non usano Google, anche perché ti accorgi dello stile dell'uno o dell'altro, come ti rendi conto delle carenze o persino se la traduzione è fatta da uno straniero non madrelingua in alcuni casi. Ma qualcuno all'interno mi dice che per certi clienti e con certi tipi di argomenti gli costa meno sottopagare uno che non sa tradurre (Uno studente? Non so) e poi pagarmi la tariffa oraria (Con pacchetto ore già prefissato da loro) come revisore piuttosto che passare il lavoro direttamente a me alla mia tariffa (già piuttosto bassa data la mole di parole che mi mandano tutti gli anni).

Da notare che spesso l'intera traduzione è da riscrivere per cui è come se la traducessi io.

Passo a rispondere all'altra domanda. Per essere tutelati da un albo nel settore di cui parli tu l'albo deve essere europeo e va regolamentato l'intero settore su scala europea (Prima o poi dovrà succedere). Perché? Perché già oggi ci sono cinesi (io sto in Cina al momento) e indiani che utilizzano la combinazione inglese-italiano, cinese-italiano con risultati non sempre disprezzabili ma lavorano a tariffe per noi impossibili data la pressione fiscale che abbiamo da noi in Europa. Per cui se le agenzie europee dovessero iniziare a dare in outsourcing lavori a indiani e cinesi a quei prezzi senza regolamentare il mercato in qualche modo, molti traduttori hanno chiuso. Inoltre i paesi in via di sviluppo (spesso più sviluppati dei nostri in realtà), hanno una dinamicità e una reattività di mercato che noi non abbiamo per cui sotto quel profilo credo sia difficile contrastarli a meno di non attuare misure atte a impedire l'outsourcing in paesi extraeuropei con norme ad hoc per tutelare il mercato interno. In caso contrario, è solo questione di tempo.

Albo o non albo quel problema richiede LEGGI specifiche, che esulano dall'utilità dell'albo, il cui valore (teorico) si riassume nel dare una collocazione di mercato specifica a una categoria finora praticamente ignorata e maggiori garanzie dettate dalla presenza di un ente che certifica la nostra professionalità, a fronte della quale i clienti si trovano costretti a dover prendere atto che la festa è finita, sotto molti aspetti. Un albo consente anche un potere contrattuale differente da quello di tanti traduttori isolati. Ma questo a condizione che l'albo funzioni e sia operativo nel concreto. In caso contrario è meglio restare così, allo stato "selvaggio".


 
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Vero May 19, 2010

A_Nespoli wrote:

A cui aggiungo un aspetto comune a molte professioni dotate di albo (o ordine), come quello degli ingegneri:

lo studio ingegneristico ha spesso in sede 1 singolo laureato in ingegneria che è la persona incaricata di "firmare" il progetto, poi magari ha assunto un tot di ingegneri che non sono incaricati di firmare e che quindi possono tranquillamente lavorare senza firmare il progetto.

In sostanza, qualsiasi agenzia potrebbe dare lavoro a un sacco di traduttori non iscritti all'albo (o non retribuiti come un traduttore iscritto), a patto di avere in sede o come consulente 1 singolo traduttore iscritto all'albo che sia autorizzato a firmare tali traduzioni.

Questa pratica è comune a tantissime professioni regolamentate dall'ordine, e ovviamente chi non ha l'incarico di ""firmare"" (e molto spesso neanche lui) non viene retribuito conformente ai tariffari dell'ordine. Cfr. studi ingegneristi, grossi studi legali, ecc. ecc.

Non c'è alcuna ragione valida per immaginare che proprio l'albo dei traduttori funzionerà in modo diverso.


Questo purtroppo è vero. Infatti la mia paura non è l'albo in sé ma piuttosto il modo in cui potrebbe essere interpretato da noi in Italia.


 
texjax DDS PhD
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Chi ha paura dell'albo? :) May 19, 2010

chicco wrote:
A) Tutti ci usano ma nessuno ci riconosce (Lo stesso fatto che qualche politico vada contro l'albo la dice lunga, soprattutto perché sarebbe anche la base per un tariffario nazionale che dovrebbe essere adeguato a certi livelli, cosa ben lungi dall'essere tale attualmente.


Tariffario nazionale? E a chi lo applicheresti? Ai clienti americani, australiani, tedeschi? Per gli ultimi auspicheresti un tariffario europeo?


B) Ottenere tutta una serie di facilitazioni e sgravi fiscali correlati all'attività di traduttore/interprete, cosa attualmente impossibile o limitata.


Non conosco la situazione fiscale dei traduttori in Italia, ma credo che essi (in quanto liberi professionisti) possano già scaricarsi le spese dell'attività. O a quale altro sgravio ti riferisci?


C) Scremare i professionisti dai non professionisti. Infatti se è vero che tale operazione viene in parte effettuata dal mercato, è anche vero che sono non poche le aziende che utilizzano personale non qualificato e mediocre per tirare sul prezzo (Parlo da traduttore e revisore con 12 anni di esperienza, parte dei quali passati a correggere lavori altrui perché l'agenzia guadagna di più ad avere un lavoro eseguito da gente mediocre e rivisto da me piuttosto che pagare il mio prezzo pieno per la traduzione, per intenderci), a discapito di chi si è fatto il mazzo con anni e anni di esperienza e costi non indifferenti per l'apprendimento delle materie in cui ci si specializza.


Scremarli come? Con un esame di stato? Chi potrebbe farlo? Solo i laureati in lingue?


D) L'albo ci darebbe una collocazione precisa sul mercato, con numerose possibilità e sbocchi professionali determinati dal fatto che si tratterebbe di un lavoro riconosciuto a tutti gli effetti.


Potresti articolare? Quale lavoro potresti fare che ora non puoi fare? Quale orizzonte si aprirebbe?

E aggiungo:
Infatti la mia paura non è l'albo in sé ma piuttosto il modo in cui potrebbe essere interpretato da noi in Italia.


Pensa a come sarebbe interpretato nel mondo, invece...



[Edited at 2010-05-19 17:50 GMT]


 
Federica D'Alessio
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Illusioni May 19, 2010

chicco wrote:

Per essere tutelati da un albo nel settore di cui parli tu l'albo deve essere europeo e va regolamentato l'intero settore su scala europea (Prima o poi dovrà succedere).


Nel momento in cui l'Europa politicamente si sta letteralmente sgretolando a un ritmo che il Partenone se la ride della grossa (ma chi ci vive sotto no), senza dare neanche giudizi di valore questa tua frase mi sembra più utopica - nel senso di "luogo che non esiste" - che sognare di vincere un miliardo di dollari alla lotteria.



[Edited at 2010-05-19 20:19 GMT]


 
Enrico C - ECLC
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Albo May 20, 2010

[quote]texjax DDS PhD wrote:


Tariffario nazionale? E a chi lo applicheresti? Ai clienti americani, australiani, tedeschi? Per gli ultimi auspicheresti un tariffario europeo?

No, era riferito al mercato italiano. Per il resto, l'ho già detto. Sarebbero necessari tariffari da applicare su larga scala con accordi transnazionali. In mancanza dei quali prima o poi finirà che le traduzioni le facciamo a 0,001€ perché in Asia c'è già gente che lavora a quelle tariffe con italiano, inglese e francese.


Non conosco la situazione fiscale dei traduttori in Italia, ma credo che essi (in quanto liberi professionisti) possano già scaricarsi le spese dell'attività. O a quale altro sgravio ti riferisci?

Quali spese scaricano? La macchina io non la scaricavo quando ero in Italia. Il PC? Le spese di viaggio le scarichi. Diciamocelo, il settore non è ben regolamentato.




Scremarli come? Con un esame di stato? Chi potrebbe farlo? Solo i laureati in lingue?

Ti informo che c'è gente che traduce anche senza laurea o senza diploma. C'è gente senza titoli. Per cui, per quelli esistenti almeno la prova di professionalità data dai lavori svolti finora e delle competenze acquisite con referenze ecc e per quelli che arrivano dopo un'esame gestito da traduttori e interpreti andrebbe benissimo (che poi se non sbaglio è quello che già fa l'AITI). Non pensavo certo di affidare l'incarico ai burocrati di governo.




Potresti articolare? Quale lavoro potresti fare che ora non puoi fare? Quale orizzonte si aprirebbe?


Articolo articolo. In Italia questa professione è considerata alla stregua di un hobby dalla maggior parte delle aziende. In assenza di un qualcosa di ufficiale che riconosca il ruolo del traduttore in quanto tale siamo spesso fantasmi usa e getta. Parlo dell'Italia. In Inghilterra accade diversamente. Non essendo spesso considerato neppure una professione un albo in tal senso aiuterebbe (parlo per esperienza personale in questo caso specifico)



Pensa a come sarebbe interpretato nel mondo, invece...

Non so...spiegamelo tu come sarebbe interpretato dal mondo. Come sono interpretate le associazioni di interpreti e traduttori semiufficiali che popolano l'universo della nostra professione, dai nomi tanto altisonanti quanto inutili nel concreto?

Nonostante ciò chi vi appartiene in un modo o nell'altro spesso vede valorizzato il suo lavoro più di altri...........è puro marketing in tal senso.

Continuo a ritenere che un albo organizzato in modo adeguato possa aiutare a riorganizzare la professione. Al contempo continuo a pensare che un albo in Italia serva solo a creare problemi.


 
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